JACQUES E IL SUO PADRONE di MILAN KUNDERA
regia di GAETANO IEVOLELLA e ISABELLA MERLINI
personaggi e interpreti
ADRIANO MARTINEZ è il padrone LUIGI DELL’ORTO è Jacques LAURA CREPALDI è l’ostessa STEFANO DELL’ORTO è il marchese PINO MASSARA è Saint-Ouen | ADRIANO BAFFI è Bigre LUCA CUCCI è il padre di Bigre ROSSANA BRAMBILLA è Justine ENRICA JULIANO è la madre ANTONELLA SCIBETTA è la figlia |
…tutti gli altri sono Agata, la famiglia di Agata, il giudice, il commissario e i contadini, e vadano in malora tutti quelli che si permettono di riscrivere ciò che è stato scritto,
che vengano castrati e siano loro mozzate le orecchie!
Presentazione In viaggio verso un epilogo già scritto e pure ignoto, Jacques e il suo padrone si avventurano nel mondo del reciproco passato, incontrando i personaggi di un vissuto che è il loro e quello di tutti al tempo stesso. S’intrecciano così, in un divertente girotondo, le storie di Madame de la Pommeraye e del marchese, di Bigre e di Justine, di Agata e Saint-Ouen. Storie fatte di quegli stessi intrighi, amori e tradimenti di cui il mondo intero piange, se ne è protagonista, e ride, se ne è spettatore. La vita, insomma, nel suo più naturale e scanzonato passar via, vista con gli occhi ora entusiasti di chi pensa di avere attraversato mari burrascosi e terre inesplorate, ora disincantati di chi conosce l’ironia del fato. Già, perché le vite di ognuno e di tutti, così uniche e speciali, si assomigliano pur sempre l’una con l’altra, e le storie si ripetono, “come una giostra che gira in tondo”. E finiscono sempre allo stesso modo… nel modo peggiore!
Tratta dal (quasi) omonimo romanzo di Diderot (“Jacques le fataliste”), “Jacques e il suo padrone” è l’unica opera teatrale scritta da Milan Kundera, noto al grande pubblico per “L’insostenibile leggerezza dell’essere”, “Il valzer degli addii” e numerosi altri romanzi di successo. Non è tuttavia un semplice adattamento teatrale, bensì un’opera del tutto personale, o piuttosto, come l’autore stesso la definisce, un “omaggio a Diderot”.
Leggera e al tempo stesso densa, l’opera è brillante, rocambolesca, rutilante e allegra, e costituisce uno dei migliori lavori dello scrittore cèco. L’intrigo è sapiente e annoda la tragedia e la burla con sagacia, in un susseguirsi di episodi e situazioni esilaranti e gustose. Dopo alcune realizzazioni “infarcite di assurdità”, Kundera ne ha autorizzato la messa in scena alle sole compagnie amatoriali: “nulla può recare maggior danno all’arte di una grossa somma di denaro nelle mani di uno sciocco ambizioso.”. Uno spettacolo da non perdere, una piccola lezione sulla vita.
Trama Jacques e il suo padrone sono in viaggio attraverso la campagna francese. Per ingannare il tempo e accompagnare il passo chiacchierano allegramente dei reciproci trascorsi amorosi e non disdegnano di condirli con i particolari più gustosi. Ma come rievocati dai racconti, i protagonisti delle avventure dei due viaggiatori compaiono sulla scena e rivivono di nuova vita: Bigre, il ‘migliore’ amico di Jacques, il padre di questi, e la fidanzata Justine, con la quale Jacques perde la verginità; Saint-Ouen, il ‘grande’ amico del padrone, che non esita a trescare con Agata, la protetta di quest’ultimo; Madame de la Pommeraye, oggi ostessa alla ‘Locanda del Grande Cervo’, abile raggiratrice del gaudente marchese Des Arcis e vittima forse del suo stesso intrigo. E tra una storia e l’altra, un bicchier di vino e appetitosi banchetti, il cammino di Jacques e del padrone continua senza interrompersi, come i racconti delle loro avventure, sino a quando giungono al luogo in cui erano diretti, ovvero…
Lo spettacolo ha debuttato al Teatro Villoresi di Monza il 10 maggio 2003.